La Poesia dei mesi e il sorriso di suor Franca

C’era, a Sannicola, negli anni ‘40 del ‘900 un piccolo convento nella casa che fa angolo vicino alla chiesa di Santi Medici. Lì, suor Franca e una quindicina di consorelle si occupavano, in tempo di guerra, dei bambini mentre le madri lavoravano nei campi o nell’artigianato e molti padri erano al fronte. E lì i bambini vivevano ore di spensieratezza. Bruno Sances conserva ancora la poesia dei mesi, che insegnavano a recitare, un’opera preziosa che ci riporta in un tempo lontano.

Dice così:

“Io sono il padre di 12 figli e tutti e 12 si somigliano. E io so che mi amate, venite tutti, tutti cantate.

Io son Gennaio, tutti mi sanno, mi faccio avanti col Capodanno, ho la Befana mia madrina, porta i doni cammina cammina.

Io son Febbraio di breve vita, per me la neve non è finita, porto la gioia, il riso è mio e il carnevale festeggio anch’io.

Io sono Marzo  ricco di ombrelli, pe ‘i giorni brutti, pe’ i giorni belli, mi chiamano “Pazzo” la cosa è vera eppure annuncio al Primavera.

Dormire placido io sono Aprile, porto la mammola tanto gentile, pur nella Pasqua porto l’agnello e tutti gli anni il nuovo mantello.

Io sono Maggio ricco di fiori, dai vaghi aspetti e dai vari odori, le prime – dice – ciliege rosse porto abbondanti mature e grosse.

Io sono Giugno che piaccio a tutti, fò la raccolta dei miei frutti e poi ne riempio qualche stanza della nobile mia abbondanza.

Io sono Luglio, pien di sudore, io sono la gioia del mietitore, che lavorando nè mai si stanca nè sente caldo, nè mai si bagna.

Io sono Agosto tanto aspettato, ne sono ghiotti grandi e piccini: di fichi un cesto ho già portato e sono ricchi tutti i giardini.

Io son Settembre che ho da fare, ho solo l’uva da vendemmiare, ho del mosto fresco e bello e pongo il vino nel caratello.

Io sono Ottobre e s’apron le scuole, ci vogliono fatti e non parole, con tante penne, libri e cartelli, in compenso dò le nocelle.

Io son Novembre triste e solenne, olive porto e olio perenne, il crisantemo ovunque impero, ode porto al cimitero.

Io son Dicembre e ho l’onore di veder nascere Nostro Signore e per questo faccio allegria e portiamo a tutti la compagnia”.

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